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Vietnam Centrale – 10/13 dicembre 2015

di Alessandro
Tempo di lettura: 5 minuti

10 dicembre

La sveglia alle 5 del mattino non è la cosa più bella del mondo.
Tempo di prepararmi la valigia e farmi una doccia ed ero pronto ad andarmene dal nord del Vietnam. La mia destinazione Hue, Vietnam centrale.
Arrivare in aeroporto è stato più difficile del previsto. Un ora e mezza buona solo per uscire dalla città.
Fila al check-in, fila al gate ed in un ora e mezza mi ritrovo ad Hue.
Dopo aver preso un autobus all’uscita dell’aeroporto arrivo in una mezz’ora davanti l’ostello al centro della città.
Altro shock emotivo e fisico: un caldo di quelli asfissianti, circa 33 gradi e umidità altissima. Ma la cosa che mi ha colpito di più è la tranquillità della città. Non come il flusso turistico di Sa Pa né la confusione allucinante di Hanoi. Non molto grande, si può girare tranquillamente in un giorno e soprattutto non ci sono quei duemila tizi in giro a venderti tutto.
Aspetta no. Mi si avvicina un uomo. Mi chiede se ho bisogno di un motorino. Dico di no. Mi chiede se ho bisogno di una guida. Anche qui dico di no. Mi segue ancora per 5 minuti chiedendomi di cosa avessi bisogno, lui poteva procurarmi tutto. Dico che sto bene così. Dice qualche cosa in vietnamita. Mi segue ancora un po’ e poi sparisce.
Ottimo. Da queste parti sono molto ma molto più insistenti, anche perché non c’è quel flusso costante di turisti di Sa Pa o Hanoi.
Girare per Hue è come fare un salto nel passato. Il colonialismo francese qui ha lasciato un segno importante: gli edifici di quasi tutta la città in stile art déco si fondono con chi vive in queste zone creando un compromesso davvero strano.
Il fiume dei profumi che in un certo senso dovrebbe dividere la città la rende ancora più unita da una sponda all’altra.

Prima tappa del mio giro ad Hue è stata la Cittadella. La dinastia Nguyen regnò in questa zona del Vietnam dal 1802 al 1945, costruendo un cittadella fortificata da mura alte oltre 6 metri in una zona di 4 kmq circa. Al suo interno la Città Purpurea Proibita, dove la dinastia cinese chiamò oltre 80.000 uomini ad edificare un insieme meraviglioso di templi, palazzi, padiglioni e giardini. Nonostante sia stata distrutta dagli americani prima e da un incendio dopo, il restauro perenne di questa meraviglia architettonica prosegue anche grazie all’UNESCO che l’ha dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1992.
Da segnalare ad Hue è la cucina. Famosa in tutto il Vietnam offre prelibatezze davvero gustose ai soliti prezzi bassi (minori anche del nord).
La sera invece Hue cambia. Si trasforma. Aprono le decine di birrerie nascoste negli angoli della città e la movida riempie tutto. I turisti che sembravano non esserci durante il giorno escono fuori ed affollano i pub rendendo Hue ancora di più una città europea.

11 dicembre

Da Hue a Danang sono circa 90 km. La mattina preso un autobus inizia la lunga marcia. Per arrivarci si percorre la Mandarin Road. Una strada che scorre lungo la costa del Vietnam affacciandosi sul Mar Cinese Meridionale. Mi è stata consigliata da chiunque avessi incontrato lungo il mio cammino. Ed avevano ragione. Dei panorami da pelle d’oca costeggiano questa strada, mettetevi seduti sul lato sinistro e preparatevi ad osservare tutto: lagune con pescatori nelle loro barche-case, enormi montagne sulla destra che si riflettono sul mare. Bufali che passeggiano nei campi di riso, contadini intenti a seminare, il mare, le montagne, la foresta…praticamente c’è tutto il Vietnam in questa lingua di terra lunga 90 km. 4 ore di viaggio da fare sicuramente se si vuole vedere e vivere un po’ di più questo paese.
Danang è una vera città. La quarta più abitata del Vietnam con i grattacieli che svettano sul suo profilo. Affacciata sul mare è una specie di Rimini vietnamita. I turisti (gran parte cinesi) affollano le strade intenti a spendere soldi e fare la bella vita. Tranne per i ponti (quello del drago è qualcosa di strano e futuristico allo stesso tempo) Da Nang non ha davvero nulla da vedere. Questa città per me sarà solo il punto di partenza per visitare il vicino villaggio di Hoi An.

12 dicembre

Grazie al perfetto meteo, ho approfittato della giornata per rilassarmi sulla spiaggia di Danang. Il panorama è piacevole con le montagne sulla sinistra che bloccano le nuvole e proteggono questa zona. Per il resto la giornata è trascorso passeggiando per le vie della città. Continuo a ribadire la mia contrarietà a questo posto: non sembra davvero di essere in Vietnam. I grattacieli, i centri commerciali e la quantità di turisti che la affollano fanno di Danang la nuova Singapore (o almeno è quello che il governo sta cercando di fare).
Per concludere in bellezza la giornata mi reco al Dragon Bridge dove ogni sabato e domenica si accalca una folla impressionante. Il motivo? Dalla bocca del drago esce il fuoco. Questo ponte costruito recentemente (nel 2013) oltre ad essere unico nel suo genere, mantiene questa peculiarità attraendo i turisti che vanno a vedere la fiamma (molto piccola a dir la verità) uscire dalla sua bocca.

13 dicembre

Stufo di Danang e approfittando del bel caldo che c’è in queste zone ho deciso di andare a visitare Hoi An. La piccola cittadina (patrimonio dell’UNESCO) dista circa 40 km da Danang. Le opzioni per arrivarci non mancano: un taxi (ci vogliono circa 25 minuti al costo di 400.000 dong – 16 euro – ), uno degli autobus locali (prezzo di 15.000 dong – circa 50 centesimi – ma ci vuole un ora e mezza), navette (110.000 dong – 4 euro e mezzo – per 40 minuti) o attrezzarsi con uno scooter.
Naturalmente avendole provate tutte ed essendo in fase di risparmio (per la “costosa” Saigon) ho scelto il bel bus locale.
Avventura senza precedenti.
Prima cosa: gli autobus non hanno un orario, dicono che passano ogni 20 minuti, ma è sempre un mistero (io ho aspettato circa 45 minuti).
Seconda cosa: per salire su un autobus devi correre e saltare. Esatto. Loro si avvicinano alla fermata, aprono la porta (in corsa) e tu devi saltare dentro. Non si fermano.
Terza cosa: sugli autobus sale qualsiasi cosa. Donne, bambini, uomini, galline, sacchi di riso, cesti di frutta. Tutto. Rigorosamente lanciato dentro la porta. (Il mio più grande rimpianto penso per il resto della vita è non aver ripreso con un video una gallina lanciata dentro l’auto in corsa).
Comunque, dopo un ora e mezza passata tra villaggi sperduti e strade più che dissestate sono arrivato ad Hoi An.
Mi era stato detto che la piccola meraviglia vietnamita fosse turistica. Ma non così. Anche peggio di Sa Pa. Ciò non toglie però la strabiliante bellezza di cui è dotata. Appoggiata sul fiume è divisa in zone architettoniche cinesi e giapponesi (essendo stata un porto commerciale per entrambe le nazioni durante il 1800) ha un fascino davvero particolare. La giornata è trascorsa passeggiando qua e là tra il mercato sul fiume e le residenze imperiali.
Alle 21 e 15 ho preso una navetta per il ritorno (non essendoci più bus) verso Danang.
Domani si parte per Saigon.

PENSIERI FINALI

  1. Quando siete nel Vietnam centrale e volete scendere per conto vostro con macchina o moto, evitate di passare nella zona del confine con il Laos. Parlando con altri viaggiatori mi hanno detto che oltre ad essere una strada dissestata, è anche molto pericolosa.
  2. Vi consiglio di arrivare a Danang partendo da Hue. Avete due opzioni: prendere uno dei treni giornalieri (ne partono tre al giorno, ci metteranno circa 3 ore e costano intorno ai 5 euro, ma vanno diretti senza soste) o prendere uno dei classici minibus (ci mettono 4 ore, costano sui 9 euro, ma si fermano diverse volte lungo la strada dandovi modo di ammirare il paesaggio con calma).
  3. Se a Da Nang vi sentite fuori luogo, cercate “My Casa”. Questo piccolo posto scoperto per caso è un ristorante (ma anche affitta-camere) gestito da una italiana e dal suo ragazzo spagnolo. L’ambiente è davvero bello, curato molto bene e si respira una bella aria. I clienti fissi sono giovani ragazzi di tutte le nazionalità che vivono a Da Nang e la sera si ritrovano lì per una birra e qualche chiacchiera. Ottime amicizie.

Distanza percorsa: 830 km
Tempo: 4 giorni
Mezzo di trasporto: Piedi, Autobus, Aereo

Soldi spesi: 3.000.000 dong (compreso l’ostello, visite e aereo)

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