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Từ biệt Việt Nam

di Alessandro
Tempo di lettura: 2 minuti

Se qualcuno mi chiedesse un consiglio su un viaggio da fare, non avrei altra risposta che Vietnam.
Ho avuto l’enorme fortuna di girare parecchio per il mondo, di conoscere, comprendere, vivere e amare diversi paesi, popoli e culture. Ma nessuno come questo stato mi ha mai dato tanto.
Amo tutto. Dal caos di Hanoi ai silenzi ed i panorami di Sa Pa. Dalla spiaggia e meraviglia di Ha Long alla sacralità delle pagode e dei templi disseminati lungo tutto il paese. Dal caos completo di Saigon alla pace del Delta del Mekong.

L’amore fa male, quasi sempre. Innamorarsi di qualcosa o qualcuno che non puoi avere ancora di più. Voglio continuare a respirare questa aria, questi odori.
Come il profumo di una donna di cui non ne puoi più fare a meno.
Ti entra dentro il Vietnam.
La sua cultura, i suoi posti, le sue origini e le sue lotte per essere quello che è adesso. Un popolo mai domo, un popolo che non serba rancore a nessuno, un popolo che ama sé stesso…e gli altri.

Il Vietnam è la cosa più bella che i vostri occhi possano vedere. Allo stesso tempo è quella più brutta. È un ossimoro da nord a sud.
Gli abitanti di tutte le città che ho visto cercano di vendervi qualsiasi cosa, provano a fregarvi in tutti i modi, ma non mi sono mai sentito più al sicuro in vita mia. Nessuno cerca di rubarvi nulla, mai. Neanche alle 4 di notte nel posto più sperduto. Hanno rispetto per i viaggiatori, sanno che devono contare su di loro per crescere.
Era partito come un gioco, una nuova avventura, una nuova parte della mia vita. Si è trasformato in quello che non ti aspetti. Quella botta che ti prende completamente e forse non ne puoi più fare a meno. Ho paura che sia così. Solo il tempo me lo dirà.
Ora sembra essere stato solo un sogno, un ricordo che vola via in fretta. Qualcosa che hai vissuto solo dai racconti di un’altra persona.
Ma ero io. E sono stato lì.
Ci vuole un po’ per ambientarsi, ho avuto difficoltà all’inizio, ma dopo 3 giorni ho capito che non sarei mai voluto andare via. Avrei voluto visitare ogni città, paese, villaggio. Avrei voluto assaggiare qualsiasi cosa (ci ho provato). Avrei voluto fare ogni tipo diverso di viaggio (dal più turistico al più selvaggio).
Mi sono calato in pieno nella loro cultura, ho parlato con i residenti, ho chiesto, mi sono informato, ho mangiato per un mese solo con le bacchette, ho bevuto solo cose locali, ho capito cosa vuol dire essere vietnamita in balia di milioni di turisti. Ho capito che di fronte la loro splendida facciata simpatica, socievole e allegra si nasconde un anima cupa e piena di lividi dalle guerre e dalle costrizioni geopolitiche imposte.
Le scarpe usurate da tutti i chilometri percorsi, la mappa ormai ridotta ad uno straccio, i fogli che si staccano dalla guida sottolineata e scarabocchiata, un nuovo tatuaggio che brucia ancora.
Non sarà di certo un addio, ma un semplice arrivederci. Come si fa con le persone più care. E magari non sarà domani o dopodomani, ma prima o poi ci si rincontra ed è sempre come se ci si conoscesse da una vita.

D’altronde l’amore che scoppia all’improvviso ha sempre una reazione emotiva forte.
Fa male, ma è amore. E lo riconosci.

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