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Laugavegur: 55 km di trekking in Islanda Uno dei più belli percorsi di trekking del mondo si trova in Islanda

di Alessandro
Tempo di lettura: 5 minuti

Un paesaggio che sembra non appartenere a questo pianeta, caratterizzato da sorgenti calde, vulcani, fumarole, cascate e natura incontaminata. È l’Islanda, e il modo più incredibile per scoprirla è percorrendo l’itinerario di Laugavegur, il Sentiero delle Sorgenti Calde.
Il Laugavegur (o Laugavegurinn) è considerato il trekking più popolare d’Islanda e National Geographic l’ha inserito fra i più belli al mondo, da percorrere almeno una volta nella vita.
Lungo 55km collega Landmannalaugar a Þórsmörk e offre un affascinante intreccio di paesaggi variegati: da montagne multicolore a deserti di sabbia vulcanica, valli verdeggianti ed imponenti ghiacciai.

Può essere percorso in quattro, cinque giorni a seconda della vostra resistenza, avrete la possibilità di allungare il sentiero aggiungendo anche il tratto che da Thórsmörk arriva fino a Skogar, il piccolo villaggio sull’oceano.

Quando andare

Può essere effettuato in ogni stagione anche se il consiglio è di avventurarvisi durante l’estate, considerando tuttavia che il clima cambia spesso, repentinamente e non sempre in meglio, pure a giugno-luglio-agosto può nevicare, pioggia e neve sono frequenti così come venti impetuosi, con una temperatura che può arrivare raramente a 20 °C e scendere anche sotto lo zero (meglio vestirsi in modo adeguato con abbigliamento impermeabile).

Il percorso

Le tappe sono le seguenti:

Landmannalaugar -> Hrafntinnusker (12 km, 4-5 h , +470 m)
Hrafntinnusker -> Álftavatn (12 km, 4-5 h , +490 m)
Álftavatn -> Emstrur (15 km, 6-7 h , +40 m)
Emstrur -> Þórsmörk (15 km, 6-7 h , -300 m)

Landmannalaugar – Hrafntinnusker: la prima tappa

Ci vogliono circa 5 ore superando un dislivello di 470 metri per superare i primi 12 km che da Landmannalaugar portano a Hrafntinnusker, località dove si trova anche il rifugio omonimo.

Il vento forte e gelido in genere attanaglia lungo tutto l’itinerario. Si risale sulle diverse colate laviche che si sono succedute e tra colline ondeggianti con le loro diverse nuance dovute alla roccia detta riolite.

Uno stupefacente multicolor che contrasta con la grigia lava, ghiaccio e neve, mentre qua e là le fumarole islandesi creano un’atmosfera fantasy fascinosamente reale.

Hrafntinnusker – Álftavatn: la seconda tappa

Ci vogliono 4 ore per questi altri 12 km, con un dislivello di 490 metri.  Si scende e si sale, in mezzo a un forte odore di zolfo, tipico delle solfatare, altro segnale che qui il vulcanesimo è attivo, attivissimo.

I passi portano verso un’area in cui ci sono laghi, come quello di Álftavatn, e laghetti in un verde intenso per via dei muschi e dell’erba che personalizza tutta questa vasta pianaraggiungibile dopo aver superato roccia varia e lava. In buona parte del percorso si osserva il vulcano Hattafell.

In questo tratto le temperature, sempre rigide, sono comunque più piacevoli rispetto a quelle della prima tappa.

Uno stupefacente multicolor che contrasta con la grigia lava, ghiaccio e neve, mentre qua e là le fumarole islandesi creano un’atmosfera fantasy fascinosamente reale.

Álftavatn – Botnar i Emstrum: la terza tappa

Ci vogliono almeno 7 ore per i 15 km della terza tappa. Colline, guado di fiumi (come il Throngan), lingue di lavaboschi di betulle sotto l’occhio vigile del ghiacciaio Eyjafjallajokull che “nasconde” il vulcano attivo che è eruttato nel 2010 mandando in tilt la navigazione area per alcune settimane.

Quella di Botnar i Emstrum è anche la zona dove si vede anche l’altro vulcano Katla, anch’esso celato dal ghiacciaio Myrdalsjokull.

Botnar i Emstrum – Þórsmörk (e Skogar): la quarta tappa

Si scende verso Þórsmörk: altri 16 km circa e 6-7 ore di cammino. Si guada il fiume Þrónga. Il paesaggio è piuttosto variegato con un canyon che è attraversato da diversi ponticelli. Si lasciano le rocce brulle per arrivare a un bosco di betulle e varia vegetazione che rende verde la valle di Þórsmörk.

A questo punto si può proseguire, allungando l’itinerario di un ulteriore giorno (o più giorni). Una meta che, vale il piacere di raggiungere porta verso la suggestiva vallata diThorsmork, il bosco di Thor, tra valloni di cenere che si è accumulata nel corso del tempo e verso il passo Fimmvörðuháls per poi arrivare alla gigantesca cascata di Skogafoss e al paese di Skogar.

Dove dormire

OSTELLI

La maggior parte dei rifugi che si trovano lungo il percorso sono gestiti dalla Ferðafélag Íslands (FI) e sono aperti da fine giugno a fine agosto. I posti sono limitati e per questo motivo è necessario effettuare la prenotazione diversi mesi prima, io consiglio di farlo non più tardi di gennaio/febbraio.
Per prenotare è necessario mandare una mail all’indirizzo fi@fi.is, specificando il nome del rifugio, giorno del pernottamento e numero di persone. In alternativa (dal 2018) è possibile compilare il form che si trova sul sito indicato in precedenza, nei dettagli di ogni singolo rifugio c’è il pulsante “BOOK HUT”. Se la disponibilità è confermata occorre pagare in anticipo tramite carta di credito, mediante un link sicuro che viene inviato via posta elettronica. Il costo del pernottamento è di circa 55€ a notte, non viene offerto alcun servizio di ristorazione ma è possibile utilizzare la cucina attrezzata. E’ necessario portare anche il sacco a pelo, perchè lenzuola e federa non sono incluse.

I rifugi lungo il Laugavegur sono i seguenti, da nord a sud:

  • Landmannalaugar
  • Hrafntinnusker
  • Álftavatn*
  • Hvanngil*
  • Emstrur (Botnar)
  • Þórsmörk (Langidalur)

questi due rifugi distano pochi chilometri l’uno dall’altro, quindi va prenotato solo uno dei due.

TENDA

L’alternativa al rifugio è la tenda. È possibile campeggiare solamente nei pressi dei rifugi pagando circa 13 € a persona, lungo il resto del percorso è vietato. È accettato il pagamento con carta di credito, ma vi consiglio di portare contanti perchè la linea gps a volte non funziona.
È necessario munirsi di una tenda impermeabile e relativamente robusta, che resista al forte vento e alle intemperie.
Se viaggiate in due consiglio di utilizzare la tenda da tre posti, in modo da poter mettere all’interno anche i bagagli. I rifugisti in Islanda non sono affatto disponibili a far entrare nel rifugio chi campeggia, quindi se il tempo è brutto dovrete passare molto tempo in tenda.

Come muoversi

Prima di prenotare il volo (ed eventualmente i rifugi) è necessario verificare se il servizio bus è attivo nei giorni di partenza arrivo del trekking.
Consiglio di consultare il sito di Reykjavík Excursions, la società che copre la maggior parte delle tratte in Islanda, sotto il menu “Iceland on your own” si puo effettuare la ricerca. La linea Reykjavík – Landmannalaugar è attiva generalmente da metà giugno a metà settembre, ma la data di partenza può essere posticipata in base alle condizione della strada.
L’ideale è effettuare il trekking in Luglio/Agosto, in modo da ridurre i rischi nel caso di un inverno particolarmente nevoso.
Sul sito è possibile prenotare le singole corse (giorno/ora) oppure acquistare un biglietto “passport hiking“. Quest’ultimo dà diritto a un viaggio a/r, “open” per quanto riguarda giorno e ora, sulle tratte che collegano Reykjavík con i sentieri di trekking Laugavegur e Fimmvörðuháls.

Cosa portare

L’abbigliamento è il classico a cipolla per il trekking, in modo da spogliarsi e rivestirsi in caso di un repentino cambio climatico. Consiglio di utilizzare materiale sintetico che si asciuga velocemente e non si inzuppa, assolutamente da evitare jeans e altri pantaloni in cotone.
Di seguito una lista degli indumenti da portare:

  • Pantaloni da trekking
  • Micropile
  • Magliette
  • Piumino leggero
  • Guscio antivento/impermeabile
  • Panta kway
  • Calzini da trekking
  • Poncho
  • Guanti leggeri (meglio se impermeabili) e berretta
  • Ghette,
  • Salvietta in microfibra
  • Tenda
  • Sacco a pelo
  • Scarponi da trekking
  • Bastoncini da trekking
  • Fornelli da campeggio
  • Pentolame da campeggio
  • Stuoia per campeggio
  • Materassino
  • Borraccia o sacca d’acqua
  • Sacchetti impermeabili
  • Sandali o scarpette da scoglio
  • Cerotti per le vesciche
  • Spago, per aggiungere ancoraggi alla tenda, principalmente su sassi
  • Salviettine detergenti
  • Qualche farmaco come antidolorifici, antinfiammatori
  • Ramponi, contattate SafeTravel.is per sapere se è meglio portarli oppure no. In genere non servono, ma dipende dal periodo e dalle condizioni/quantità della neve di anno in anno

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