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Viaggiare all’epoca del Covid-19 Cosa resta del "viaggio" dopo la pandemia

di Alessandro
Tempo di lettura: 3 minuti

Lo scorso inverno è stato un momento cruciale nella storia dell’uomo.
Ce ne sono stati altri in passato e ce ne saranno ancora nel futuro, ma la pandemia di Covid-19 rimarrà sui libri di storia.
Le restrizioni iniziali, l’ansia crescente fino al lockdown sono ancora impressi nella nostra testa, soprattutto ora che si avvicina un nuovo inverno.
In questi mesi uno degli ultimi pensieri era rivolto al viaggio, ma ora che (sepriamo!) sappiamo come affrontare questo virus, ci ritornano in mente i posti che vorremmo visitare.
L’estate “passata in casa” ci ha fatto vedere tanti turisti italiani in giro per l’Italia. Tutti concentrati in un periodo molto ristretto. Ma tanti. Italiani che il Covid-19 ha costretto a visitare meglio il proprio Paese.

La dipendenza da viaggio è diventata evidente.
In altri paesi (Australia e in Asia) c’è una moda che chiamiamo “viaggio nel nulla”.
Alcune compagnie aeree vendono biglietti per farsi un “giretto” di alcune ore partendo da un aeroporto e tornando nello stesso. A bordo tutto come un volo tradizionale. Il gusto? L’ebrezza del volo, anche senza destinazione. E sembra che i biglietti si vendano ad esaurimento, e non solo in economy, ma anche business e first class.
Ma anche in Europa sembra che stia arrivando questa “esigenza”: Oktoberfest è stata rinviata, ma non sugli aerei Lufthansa, che partono e fanno vivere a bordo il clima di festa teutonica.

Ora, nonostante la fine delle vacanze estive, la voglia di viaggio anche se solo per un weekend rimane.

L’autunno è solitamente il periodo in cui ci si concede qualche fine settimana all’estero ma in epoca Covid-19 è tutto più difficile tra quarantena e frontiere chiuse. Per scegliere la meta vi consigliamo di fare SEMPRE riferimento al sito Viaggiare Sicuri con tutte le novità.

Al momento (6 ottobre 2020) la situazione dall’Italia per il mondo è la seguente:

Romania e Bulgaria
Sono possibili tutti gli spostamenti ma una volta rientrati in Italia è necessario sottoporsi ad un periodo di quarantena.

Ungheria e Ucraina
Dal 1 settembre, l’Ungheria ha chiuso i confini ai visitatori. Le restrizioni riguardano i viaggi turistici e non quelli di lavoro. Gli ungheresi che tornano dall’estero devono mettersi in quarantena e uscire solo dopo 2 tamponi negativi. Anche l’Ucraina sta agendo allo stesso modo.

Croazia, Grecia, Malta, Spagna
Dal 12 agosto chi rientra da questi paesi deve eseguire il tampone, lo stesso vale per chi ha transitato in questi paesi nei 14 giorni precedenti.

Tutti gli altri paesi Ue, Uk, Irlanda del Nord, Andorra e Principato di Monaco
E’ necessario compilare una dichiarazione che mostri il proprio stato di salute.

Francia
Per quanto riguarda la Francia, al momento, valgono le stesse regole degli altri paesi ma si pensa di trovare un accordo di reciprocità con test in entrata e uscita.

Canada, Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Thailandia, Uruguay, Georgia, Ruanda, Repubblica di Corea, Tunisia e Uruguay
I viaggi in questi paesi sono permessi ma una volta tornati in Italia è necessario sottoporsi ad un periodo di isolamento fiduciario.

Brasile, Cile, Serbia, Armenia, Bosnia Erzegovina, Colombia, Perù, Oman, Panama, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Moldova, Kuwait, Bahrain, Bangladesh e Repubblica Domenicana
Gli spostamenti sono permessi solo per motivi di lavoro, salute e urgenza.

Per tutti gli altri paesi del mondo gli spostamenti sono permessi solo per motivi precisi, come salute, lavoro, urgenza o studio. Non sono permessi viaggi di piacere e una volta tornati in Italia è necessario sottoporsi ad isolamento e compilare l’autodichiarazione.

Alla fine di questa triste fotografia ci facciamo alcune domande: il Coronavirus ci sta insegnando qualcosa anche in questo ambito?

Siamo pronti domani a riprendere i nostri aerei che non “volano verso il nulla” o qualche riflessione si è aggiunta al nostro innato solletico che non ci fa mai stare fermi nello stesso posto?

Riflessione che dovrebbe valere sia per chi viaggia che per chi accoglie, nonché per chi trasporta e organizza?
Alternativa?

Rassegnarci alla nostra dipendenza. Alla nostra nuova dipendenza che, sembra, in tanti auspichino sia come la precedente.

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