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Templi di Angkor – 21/23 dicembre 2015

di Alessandro
Tempo di lettura: 5 minuti

21 dicembre

La zona dei templi di Angkor copre circa 400 kmq e dal centro di Siem Reap sono circa 20 km di strada da percorrere.
Le opzioni per la visita sono tre: pass giornaliero (20 dollari), pass di tre giorni (40 dollari) e pass settimanale (60 dollari).

Ci sono compagnie che organizzano tour in autobus, ma girarvi da soli la zona è la cosa più raccomandata. Non dovete stare ai tempi guide e potete sostare più su un posto piuttosto che su un’altro.
Da Siem Reap ci sono diversi modi per arrivare nella zona di Angkor: o vi affittate un motorino (costano circa 10 euro al giorno), o una bicicletta (1 euro per il giorno intero), o vi fate accompagnare con i tuk tuk (circa 13 euro per il piccolo circuito e 18 per il grande).
Nei miei due giorni in giro per i templi ho preferito prendere un tuk tuk. Dopo un’estenuante contrattazione (15 minuti minimo) con Sohn ho raggiunto l’accordo di 22 euro per i due giorni. L’utilità dei “taxi locali” è ampia anche perché vi accompagnano nei giri e vi aspettano di fuori qualsiasi tempo voi ci mettiate a visitarli.
Per chi non ha tempo il piccolo circuito è la cosa migliore. La visita passa attraverso tutti i maggiori (e caratteristici) templi.
Si inizia con il maestoso Angkor Wat.
Una quantità di turisti mai vista da queste parti si riversa a vedere il tempio costruito dalla dinastia khmer intorno al 1100. La sua immagine con le cinque torri a forma di pannocchia è stata vista e rivista nelle filmografie di ogni genere, ma dal vivo il suo aspetto è magnificente. Consacrato al dio indù Visnù le gallerie, i bassorilievi ne fanno di questo tempio l’immagine della Cambogia (presente anche sulla bandiera stessa) nel mondo intero. Fondamentale nella visita dell’Angkor Wat è riuscire a trovare un momento della giornata in cui ci siano meno turisti, per questo vi consiglio di andarci al primo mattino (7-9) quando la folla non è ancora arrivata.

Dopo due ore, torno al mio punto di ritrovo dove Sohn mi aspettava pronto per ripartire. La tappa successiva è stata l’area di Angkor Thom dove racchiusa tra mura di circa 10 km si ergono tre templi. Il più bello (e sono convinto che sia anche il più bello di tutta la zona dei templi) è il Bayon. Impossibile da dimenticare una volta visto: le sue decine di torri erose e scolpite con l’enigmatico volto semisorridente del bodhisattva Lokesvara riescono a rendere davvero solo al di sotto del tempio. Da lontano la struttura sembra solo una massa di pietra scura non definita.
Perdersi al suo interno (dal basso fino alla vetta) è stata un’esperienza favolosa, se non fosse che da lontano iniziavo a veder calare il sole, segno che si stavano avvicinando le cinque di pomeriggio e quindi la chiusura giornaliera dei siti di Angkor (sono aperti dalla mattina alle 5, fino alle 17:30).
Tornato di corsa sul tuk tuk, mi sono diretto verso l’ultimo tempio del piccolo circuito, quello di cui tutti mi avevano chiesto foto o curiosità: il Ta Prohm. Nel contesto dei templi di Angkor, non è niente di che. La struttura piatta non fa svettare torri o montagne al suo interno, ma i turisti che affollano (quasi quanto l’Angkor Wat) questo sito vengono richiamati dal fascino che esercita il tempio in rovina, sovrastato dalla giungla che lo sta pian piano divorando. Per intenderci, questo è il tempio dei film di Tomb Raider. Lasciato a sé stesso (anche per un fattore scenico), il tempio si può visitare solo all’esterno poiché l’edificio è quasi del tutto crollato. Gli alberi enormi e centenari hanno ormai preso possesso del sito e mischiandosi con la roccia del Ta Prohm lo hanno reso assolutamente unico nel suo genere. Sarà anche affollato, ma è impossibile non andare in Cambogia e non visitare questo luogo.
Nel ritorno all’ostello sono riuscito a vedere un’altro paio di piccoli templi disseminati lungo la strada, ma in tutta onestà la stanchezza mi aveva già portato con la testa da un’altra parte.

22 dicembre

Svegliato di buon mattino, la giornata si presentava lunga andando a percorrere i 36 km del Grande Circuito. Dopo aver costeggiato l’Angkor Wat e le mura dell’Angkor Thom, il primo tempio che si trova su strada è il Preah Khan: tra quelli del Grande Circuito è sicuramente uno dei più grandi, molto simile al Ta Phrom per i cumuli di arenaria verdastra coperta di licheni e seminghiottita dalla giungla circostante.
Proseguendo l’itinerario si arriva al bellissimo tempio d’acqua di Neak Pean. Costituito da una sola torre che sorge solitaria al centro di un grande stagno collegato a quattro bacini secondari ai quattro punti cardinali il suo scopo è più simbolico che rappresentativo di un vero tempio. Una statua di cavallo al centro del lago rappresenta il bodhisattva Lokesvara. Il Ta Som è una specie di miniatura del Ta Phrom senza le orde di turisti che lo invadono, anzi, al momento della mia visita ero l’unico nel tempio (eccezion fatta per le solite bancarelle che vendono di tutto all’accesso del tempio). Sommerso dalla giungla e dagli alberi la pace e la tranquillità che emana questo piccolo tempio è davvero notevole. Importanti sono le innumerevoli apsara che decorano il muro di cinta.
Arrivati al Pre Rup verso le tre di pomeriggio, ne ho approfittato per riposarmi un po’ all’interno di questo che per me è stato senza dubbio il tempio più interessante del Grande Circuito ed uno dei miei favoriti di tutta Angkor. Consacrato alla dea Shiva nel 962, è il classico esempio dei templi montagna, dove cinque torri di mattoni si ergono come sentinelle. Le scale sorvegliate da leoni, ripide e usurate dal tempo, conducono dai quattro lati alla maestosa piramide centrale. Dall’alto si vede solamente giungla cambogiana a perdita d’occhio. Uno spettacolo meraviglioso che ha davvero pochi pari al suo confronto.
Nel ritorno a Siem Reap c’è stato il tempo di visitare anche il Ta Keo, altro enorme tempio, sempre a montagna, con le classiche enormi e ripide scalinate che conducono al centro dove la piramide centrale (alta 21 metri) sovrasta la zona.

23 dicembre

Il giorno seguente ne ho approfittato per dormire un po’ di più e prendermela comoda, avendo visto una buona parte dei templi nei due giorni precedenti. Sono quindi andato alla ricerca di altri piccoli templi disseminati lungo il territorio, mi sono fermato ad osservare la fauna locale (scimmie perlopiù) e sono andato a rivedermi Angkor Wat e il Bayon. Purtoppo per questi due templi la folla di turisti non conosce davvero sosta.

PENSIERI FINALI

  1. Se non siete intimoriti dal pedalare per chilometri su strada senza neanche un cartello stradale, potete affittare una bicicletta per girare la zona, altrimenti vi consiglio vivamente di prendere un tuk tuk per portarvi in giro.
  2. Valutate bene il tempo che avete a disposizione e cosa volete vedere per decidere quale pass comprare. Ci sono pregi e difetti per ogni tipo di biglietto (un giorno, tre giorni, una settimana) e a meno che non abbiate un giorno soltanto, evitate di vedere tutto e subito, altrimenti a metà giornata non ricorderete quasi più nulla del tempio visto in precedenza.
  3. Se ne avete la possibilità andate a visitare i tempi più grandi nelle diverse ore del giorno. Angkor Wat e Bayon riflettono la luce sulla roccia e cambiano colore a seconda di dove si trovi il sole. E’ uno spettacolo da non perdere.

Distanza percorsa: 70 km

Tempo: 4 giorni

Mezzo di trasporto: Piedi, Tuk Tuk

Soldi spesi: 95 dollari

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