I rioni di Roma costituiscono la prima suddivisione toponomastica della Città e indicano le zone del centro storico. Il termine “rione” deriva dalla corruzione in romanesco del termine latino “regionem” ed è utilizzato sin dal Medioevo.
A capo di ogni rione c’era un Caporione, una figura del popolo che però godeva di un certo status sociale, spesso nominato grazie all’influenza di nobili famiglie o del pontefice stesso. A lui era affidata anche una piccola milizia raccolta tra la gente del rione, non un vero e proprio esercito, ma piuttosto un gruppo di “scagnozzi” per far rispettare l’ordine nel quartiere.
I 22 rioni di Roma che conosciamo oggi derivano dal momento in cui la Città divenne Capitale d’Italia. A causa dell’intenso afflusso di immigrati da tutta la penisola, Roma fu costretta ad ampliare la sua urbanizzazione, sia all’interno sia all’esterno delle sue mura. Nel 1874 i rioni divennero 15 e all’inizio del XX secolo nacquero i primi quartieri al di fuori delle mura.
Con il crescere della città il loro numero è progressivamente aumentato fino a stabilizzarsi sugli attuali 22 rioni intorno agli anni Venti. Prati è l’ultimo rione ad essere stato istituito e l’unico a trovarsi fuori dalla cinta muraria di Roma costituita dalle Mura Aureliane e dalle Mura Leonine.
Ecco i primi Undici.
(qui i secondi undici)
I. Monti
Lo stemma è formato da tre monti. Il nome deriva dal fatto che con il termine li’ monti si intendeva la vasta zona, poco abitata, che comprendeva il colle Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio fino al confine delle Mura Aureliane. Oggi alcuni non gli appartengono più, ma il nome è rimasto. In questo meraviglioso rione si mischiano siti archeologici a palazzi religiosi e civili, come la Casa dei Cavalieri di Rodi, il Foro di Augusto e la Colonna Traiana, il Palazzo del Laterano e quello del Viminale, la Basilica di Santa Maria Maggiore e il Palazzo delle Esposizioni.
II. Trevi
Lo stemma è formato da tre spade in diagonale. L’origine del nome non è ancora del tutto sicura, tuttavia l’ipotesi più accreditata è che provenga dal latino trivium, che sta ad indicare la confluenza di tre vie nella piazzetta dei Crociferi, situata al lato dell’odierna piazza di Trevi. Qui è possibile ammirare Palazzo Barberini, con lo scalone elicoidale del Borromini, ma anche la Fontana del Tritone e uno dei simboli della città, la Fontana di Trevi.
III. Colonna
Lo stemma è formato da tre bande oblique, ma più spesso presenta una colonna che allude alla Colonna Aureliana. È considerato il centro pulsante di Roma in quanto è sede delle vie principali dello shopping, come via del Corso, via Frattina e via dei Condotti, e della politica. Qui infatti risiedono Palazzo Chigi (sede del Governo e residenza del Consiglio dei Ministri) e Palazzo Montecitorio (sede della Camera dei Deputati).
IV. Campo Marzio
Campus Martius è la zona più antica di Roma e nel Medioevo divenne la più densamente popolata della città. Lo stemma è una mezzaluna. L’origine di tale simbolo è sconosciuta, ma probabilmente la sua forma “ad anfiteatro” si riferisce proprio ai numerosi anfiteatri, teatri e stadi che costellavano l’area durante l’età imperiale. Da vedere assolutamente il Parco del Pincio con la cinquecentesca Villa Medici.
V. Ponte
Il nome deriva dalla presenza di Ponte Sant’Angelo, che però è appartenuto al rione fino a quando Papa Sisto V lo incorporò nel nuovo rione Borgo. Il suo stemma è ovviamente il Ponte stesso. Uno spettacolo piuttosto frequente nel rione era un piccolo corteo guidato da una persona velata vestita di nero che portava un crocifisso in spalla. Su di un carro c’era un condannato incatenato. La meta del corteo era l’attuale piazza di Ponte Sant’Angelo in cui era sistemata una forca per impiccare il condannato.
VI. Parione
Il nome deriva dalla presenza di un muro antico di dimensioni enormi, forse appartenente allo Stadio di Domiziano. Tale muro fu chiamato dal popolo Parietone, da cui il nome accorciato Parione. Il suo stemma è un Grifo, creatura mitologica greca con la testa d’aquila e il corpo di leone, emblema di fierezza e nobiltà. Qui è possibile ammirare un altro simbolo di Roma: Piazza Navona, con la borrominiana Sant’Agnese in Agone.
VII. Regola
Il nome deriva da Arenula o Renula, ovvero da quella rena soffice che ancora oggi il Tevere deposita durante le piene. Lo stemma è un cervo rampante. Nel piccolo rione ci sono costruzioni di ogni tipo: palazzi, ospedali, chiese, ambasciate, prigioni e abitazioni. Fiore all’occhiello Campo de’ Fiori con il suo storico e caratteristico mercato, dominato dall’imponenza di Palazzo Farnese e dallo sguardo vigile della statua di Giordano Bruno, che qui fu arso vivo nel 1600.
VIII. Sant’Eustachio
Lo stemma è formato dalla testa di un cervo (simbolo del santo omonimo del rione) con la croce sul capo. Qui aveva sede l’antica Università di Roma La Sapienza (oggi a San Lorenzo) della quale è rimasta la Chiesa di Sant’Ivo con la sua tortuosa cupola borrominiana, ma anche la Chiesa di San Luigi de’ Francesi nella cui Cappella Contarelli sono conservati le tre tele con San Matteo del Caravaggio.
IX. Pigna
Lo stemma ha ovviamente una pigna, poiché nel rione venne ritrovata una gigantesca scultura a forma di pigna, oggi nel cortile omonimo in Vaticano. Addirittura Dante vi fa riferimento nella Divina Commediaparlando di Nembrotte nel XXXI canto dell’Inferno: «La faccia sua mi parea lunga e grossa come la pina di San Pietro a Roma». Oggi, a testimonianza del rione è presente una piccola fontana a forma di pigna in travertino in Piazza San Marco.
X. Campitelli
È il rione meno popolato di Roma, poiché l’area è ricca di siti istituzionali, archeologici e museali, con poco spazio per edifici residenziali. Il nome viene da Capitolium, luogo in cui sorgeva il tempio più importante di Roma antica, quello della triade capitolina di Giove, Giunone e Minerva. Il suo valore artistico è arricchito dalla presenza di numerosi domus e templi.
XI. Sant’Angelo
Lo stemma rappresenta ovviamente un angelo con un ramo di palma nella mano sinistra. In un’altra versione, l’angelo appare con una spada nella mano destra ed una bilancia nella sinistra. Ma conosciamo anche la versione in cui sullo stemma appare un pesce, poiché fra le rovine del Portico d’Ottavia vi era, fino alla sua demolizione a fine Ottocento, il Foro Piscario (mercato del pesce) e rimase lì sino alla fine dell’Ottocento. Sul muro vicino al Portico è ancora oggi visibile la copia di una lastra marmorea (l’originale può essere visto nei Musei Capitolini) la cui lunghezza dà la dimensione massima dei pesci che potevano essere venduti interi. È il più piccolo fra i rioni romani e si trova sulla sponda sinistra del Tevere davanti all’Isola Tiberina. L’importanza storica deriva soprattutto dalla presenza del Ghetto e della Sinagoga.