È passata poco più di una settimana dal ritorno dall’Islanda ed ovviamente le discussioni con amici e parenti vertono su questa unica domanda: “Com’è l’Islanda?”
Tagliamo la testa al toro e rispondiamo subito a questa di domanda (poi andremo avanti con il resto).
È come ricordarsi di colpo cosa eravamo prima di ritornare agli inizi.
So che può sembrare una frase con poco senso e magari pure scritta male, ma lasciatemi spiegare.
I piccoli paesi attraversati tramite la 1 sono la massima espressione di una vita che non esiste davvero più (ovviamente se non in Islanda), rappresentano cosa poteva essere la stessa Reykjavík (per non scomodare altre metropoli europee) prima di un bisogno che l’uomo ha sentito: quello di un’espansione (largamente commerciale) irrefrenabile.
Ho passato gran parte del viaggio a domandarmi “ma cosa fanno tutto il giorno o tutto l’anno gli abitanti di Vìk, o di Stykkishólmur, o di Dalvìk (per non parlare di quelli di Grimsey)?” Paesi che variano dai 90 ai 350 abitanti. Gruppi di poche case sparse in un territorio a volte troppo grande anche per loro.
Ma la domanda che mi sono posto doveva essere un’altra in realtà “perché NOI abbiamo avuto così tanto bisogno di spazio?”
La cultura (e la storia quindi) islandese è molto giovane, forse non del tutto ancora formata.
L’ottanta per cento delle case sparse in questi piccoli paesini ha delle casette per gli elfi davanti.
E non è (solo) folklore.
Il popolo islandese crede negli elfi, crede nei tesori vichinghi nascosti sotto le cascate, crede nella pesca, nell’allevamento (anche allo stato brado), nel lavoro manuale e crede che lo sviluppo reale possa partire dalla mentalità di un essere umano e non da quello che ha intorno.
Ed ecco allora che un paesino di 1.000 abitanti può reggere l’economia di una regione in Islanda.
Ed ecco allora che non c’è bisogno di continuare a costruire case o negozi.
In pochi forse è meglio se si rema tutti dalla stessa parte.
Ecco cosa mi ha insegnato l’Islanda.
QUANTO COSTA STARE IN ISLANDA?
La regina delle domande.
Chiunque abbia saputo del viaggio in Islanda, mi ha posto questa come prima.
Non costa affatto poco. L’Islanda è un paese con un costo della vita decisamente più alto rispetto ad altre città europee. L’alloggio, il cibo, i trasporti e le varie attività extra hanno prezzi piuttosto elevati che incidono in maniera pesante sul budget, ma esistono anche delle alternative per contenere le spese della vacanza.
Ovviamente, come in tutte le destinazioni, i prezzi variano molto a seconda della stagione turistica e della località (Reykjavik è sicuramente più cara delle località rurali).
Considerate che in media, il costo della vita in Islanda nel 2021 è 62% più alto di quello in Italia.
Esempi pratici?
– Un pasto in un ristorante in Islanda costa di media 45/50 euro a persona.
– Una notte in un hotel varia dai 100 euro (hotel ad una stella) fino ai 400 euro (hotel a più stelle).
– La benzina costa intorno ad 1 euro e 80 al litro.
– Un bicchiere di birra circa 10 euro, mentre un cocktail intorno ai 18 euro.
Anche gli acquisti in un supermercato non sono da meno: il pollo costa circa 14 euro al chilo, il pane intorno ai 6 euro al chilo, i pomodori 4 euro al chilo…e via dicendo.
Insomma, sia che viaggiate come backpackers sia che vogliate “godervi” di più la cosa, il costo è superiore (e di tanto) all’Italia.
Ci sono però delle cose da dire: tranne un tunnel da Akureyri verso i fiordi occidentali, nessuna strada ha un pedaggio. In quasi tutti i paesi, i parcheggi per le macchine sono gratuiti (al massimo vi chiedono un disco orario). Le più grandi “attrazioni” islandesi sono gratuite.
Andare a vedere i gyser o le varie cascate come per la laguna glaciale non ha costi vivi. Arrivate, parcheggiate e vi gustate quello che più volete e per quanto tempo volete.
Un problema che non avrete mai è quello dell’acqua da bere. Gli hotel consigliano di bere quella che sgorga dai rubinetti ed è tra le più buone al mondo ed è gratis praticamente ovunque.
A volte il rubinetto di casa sembra direttamente collegato ad un purissimo ruscello di montagna..e probabilmente è così!
P.S.
La moneta locale è la corona islandese, ad oggi il cambio è di circa 0,0067 euro per una corona, ma qualsiasi posto, anche il più sperduto, e per qualsiasi acquisto accetta il pagamento tramite bancomat o altre carte.
COME È IL CLIMA IN ISLANDA?
Beh, se avete letto gli articoli con le varie tappe (qui il link) è una domanda alla quale ho risposto involontariamente più e più volte.
L’Islanda ha un clima freddo e nuvoloso per gran parte dell’anno. Sicuramente è un Paese freddo a causa dell’elevata latitudine, che la espone ai venti freddi del Polo, ma è mitigato dalla corrente del Golfo e dalla presenza dell’oceano. Ne risulta un clima perennemente instabile, con sbalzi di temperatura e repentini cambiamenti del tempo, ma con una escursione termica contenuta tra notte e giorno e tra inverno ed estate. I periodi belli e soleggiati sono rari. La zona costiera più fredda è quella settentrionale, che non è raggiunta dalla corrente del Golfo.
Generalmente, le estati islandesi sono fresche ma piacevoli, con temperature medie che oscillano fra i 10 e i 14 °C. Tuttavia, diversamente dall’inverno, la temperatura percepita può aumentare considerevolmente con il bel tempo, consentendo così ai turisti di trascorrere splendide giornate di trekking nei parchi naturali o fra le strade delle città islandesi.
In estate, le ore di luce solare aumentano fino a dare vita al famoso sole di mezzanotte di giugno, durante il quale si raggiungono le 22 ore di luce solare a Reykjavík e quasi l’intera giornata in altre città settentrionali, come Akureyri e Ísafjörður. Durante l’estate islandese, ovvero da fine maggio a metà agosto, è possibile visitare le principali attrazioni turistiche dell’Islanda a qualsiasi ora, dal momento che la maggior parte dei monumenti non seguono un orario fisso.
E ricordate sempre il proverbio più usato in Islanda:
Se non ti piace il tempo islandese adesso, aspetta cinque minuti: probabilmente peggiorerà.
COME SONO GLI ISLANDESI?
Le popolazioni, spesso assomigliano alla terra in cui vivono.
Ciò che stupisce maggiormente chi arriva per la prima volta in Islanda, è l’ immensa pianura lavica che separa Keflavík, la zona aeroportuale, dalla capitale, Reykjavík. Un immensa terra grigia senza distinzione di continuità, e a quel punto la domanda sorge spontanea: chi potrebbe mai abitare questa terra?
La ricchezza del territorio, con i suoi ghiacciai, i monti, i vulcani, i laghi, gli arcobaleni, le scogliere, le spiagge, i deserti e le verdi pianure, riflette veramente la complessità del carattere dei suoi abitanti.
A prima vista, chiusi e riservati, ma d’ improvviso pronti alla burla, al chiasso e al divertimento più sfrenato. Sono un po’ come il tempo, variabili. Da un ostinato silenzio ad una chiassosità quasi eccessiva; quasi imperscrutabili ma allo stesso tempo disponibili e curiosi.
Una delle caratteristiche che maggiormente li contraddistingue è la loro forte identità nazionale e culturale. Fieri ma spesso con il timore di essere considerati piccoli ed insignificanti in un mondo che, talvolta, si dimentica anche di rappresentarli sulle mappe geografiche.
Il dover affrontare aspre lotte per la sopravvivenza, ha legato in maniera indissolubile la popolazione, e al tempo stesso la loro insaziabile curiosità verso il mondo esterno.
Il carattere assolutamente ” informale ” su cui si basano le relazioni è anch’esso la testimonianza di una lotta collettiva per la sopravvivenza.
COSA SI MANGIA E BEVE IN ISLANDA?
Pesce, patate e pecore: è attorno a questi tre elementi che ruota la cucina islandese.
Gran parte delle ricette tradizionali sono a base di pesce o carne, in particolare l’agnello, e dato che per motivi di sopravvivenza gli islandesi hanno imparato a non sprecare nulla, la cucina è piuttosto particolare e varia, oltre che molto sana. Bisogna tener conto infatti che la scarsa industrializzazione del Paese e l’estrema attenzione per la tutela ambientale fa sì che le materie prime siano di eccellente qualità.
Uno dei piatti tipici da provare della cucina islandese, è senza ombra di dubbio l’hàkarl, soprattutto dai turisti, viene considerato un piatto al quanto “forte” dato che si tratta in pratica di carne di squalo putrefatto. In pratica la carne di squalo viene lasciata marcire per intere settimane, sotto terra, dentro a delle casse di legno. Trattamento che gli permette di perdere tutti gli acidi e tossine nocive e diventare commestibile. Superato lo scoglio del forte sapore, la carne di per sé è davvero buona.
Altro piatto unico che potrai mangiare solo in Islanda, è il Lundi. Trattasi della graziosa e fotogenica pulcinella di mare, specie protetta e oggetto di birdwatching, ma ad oggi è consentita la caccia dei soggetti non adatti alla riproduzione. Originario dell’isola di Heimaey, questo è un piatto molto diffuso e davvero prelibato, la carne di questi simpatici uccellini può essere preparata in vari modi: bollita accompagnandola ad una salsa, arrostita sulla griglia o anche affumicata.
Nelle prime tre posizioni di cosa mangiare in Islanda, c’è sicuramente lo Svið, piatto nazionale per eccellenza. Molto diffuso ed apprezzato dal popolo islandese, questo è uno dei piatti adatto per chi possiede uno stomaco “forte”. Spesso lascia perplessi e sbigottiti molti turisti facilmente impressionabile, parliamo della testa di pecora, che viene tagliata a metà in due parti, arrostita sul fuoco per poi essere bollita. Viene poi mangiata fresca insieme ad o addirittura conservata in salamoia.
Oltre questi piatti forti ci sono i classici derivati dal pescato: le principali prede dei pescatori islandesi sono il merluzzo, le aringhe e il mallotto, ma si trovano anche gamberi, aragoste, salmoni, halibut, pesce persico d’oceano, le balene (la caccia alle balene è stata riaperta nel 2015), l’eglefino e anche specie d’acqua dolce come trota e salmerino.
Le zuppe poi sono alla base della dieta islandese, ne troverete gran parte con il pescato del giorno (di solito se ne paga una ed il refill è gratuito).
Per quanto riguarda il bere, le bevande islandesi hanno tutte uno scopo principale: devono trasmettere calore.
Per questo si tratta generalmente di bevande servite molto calde oppure caratterizzate da un’alta gradazione alcolica. Tra queste ci sono:
- Kaffi: caffè bollente molto lungo
- Brennívin: letteralmente significa vino che brucia, è un distillato di patate aromatizzato con cumino; rappresenta il liquore nazionale islandese ed è noto anche come svarti dauði, la morte nera
-
Birre: le birre islandesi sono chiare, le più diffuse sono Egils, Thule e Viking.
COME SI GUIDA IN ISLANDA?
Altra domanda che mi hanno posto molte volte. Ecco la risposta.
In Islanda si guida a destra, proprio come in Italia, e si sorpassa a sinistra. Il limite di velocità è di 50 o a volte 30 km/h nei centri abitati, di 80 km/h sulle strade sterrate e nelle zone rurali e 90 km/h sulle strade asfaltate al di fuori dei centri abitati. Tenete presente però che questi limiti vanno adeguati alle diverse condizioni meteo e alla diversa tipologia di strada che incontrerete durante il vostro viaggio. Inutile dire che su determinate strade sterrate difficilmente riuscirete a raggiungere gli 80 km/h.
Per guidare in Islanda in sicurezza è importante anche informarsi bene sui cartelli stradali prima di mettersi in marcia. Guidare in Islanda non è semplice e bisogna prestare attenzione a tante cose.
- Ponte a corsia singola: nella zona ovest dei fiordi ne incontrerete uno ogni 200 metri di media, bisogna dare la precedenza a chi sta già percorrendo il ponte.
- Attraversamento pecore o cavalli: il cartello visto di più durante i 2.000 km percorsi. E attraversano in gregge, molta attenzione.
In Islanda non esistono strade a pagamento (Toll Vegur) ad eccezione di un breve tratto della Ring Road che passa attraverso l’Hvalfjörður (fiordo delle balene) grazie ad un tunnel sottomarino, costruito nel 1998, che scende 165 sotto il livello del mare. Fate attenzione al limite di velocità perché lungo tutto il tunnel sono presenti autovelox. È comunque possibile evitarlo percorrendo la strada che costeggia l’intero fiordo.
La strada principale è la Hringvegur, la Ring Road, una strada a due corsie che fa il giro completo dell’isola ed è percorribile con una semplice utilitaria.
Spesso e volentieri può capitare di dover deviare su una strada sterrata (Gravel Road) per raggiungere alcune attrazioni. Questo tipo di strada è percorribile solo con un 4×4 (a parte qualche rara eccezione). È necessario moderare la velocità e stare attenti ai sassolini che potrebbero causare danni al vostro parabrezza o a quello delle auto che incontrerete.
L’ultima tipologia di strada islandese sono le F-Roads (Fjallavegur in islandese) presenti soprattutto nelle Highlands e percorribili solamente durante pochi mesi all’anno (solitamente da Giugno a Settembre, o comunque in assenza di neve). Molte strade sterrate ad un certo punto, addentrandosi nell’entroterra, diventano piste F ed è per questo motivo che è necessario percorrerle con un 4×4 se si ha intenzione di proseguire.
Le stazioni di servizio sono molto frequenti nel sud dell’isola. Mano a mano che si va verso nord e verso est invece diventano sempre meno frequenti. Le distanze tra i centri abitati sono molto spesso elevate e la morfologia del territorio causa consumi elevati, perciò è molto importante partire sempre con il pieno e fermarsi a rifornire l’auto ogni qualvolta si trovi una pompa di benzina. Non è detto che se ne trovi un’altra nel giro di pochi chilometri!
Il vento è un fenomeno da non sottovalutare assolutamente! In Islanda può soffiare anche a velocità molto elevate e rappresenta un reale pericolo alla guida, soprattutto per camion o camper. Date sempre un’occhiata alle previsioni e alle allerte e, se il vento soffia ad una velocità intorno ai 26-30 m/s vi sconsigliamo di mettervi al volante.
Fate molta attenzione agli animali: in Islanda è risaputo che ci sono più pecore che persone! Infatti non è raro incontrarle ai lati o in mezzo alla carreggiata, soprattutto in estate. Tenete gli occhi ben aperti e siate pronti a frenare all’ultimo secondo perché se avrete la sfortuna di ferire od uccidere un animale siete tenuti per legge a rimborsare il proprietario.
Guidare in Islanda implica anche una buona dose di buonsenso e testa sulle spalle.
…CHIUDIAMO CON PICCOLI ANEDDOTI CHE NON SAPEVATE E CHE ORA SAPRETE
-
-
- In Islanda vivono più animali che persone. Se gli abitanti sono circa 350.000 le pecore dovrebbero essere circa il doppio.
- Gli alberi sono una vera e propria rarità. Coprono meno del 2% della superficie. Pare i vichinghi li abbiano tagliati praticamente tutti. Un detto islandese illustra abbastanza bene la situazione “Come si fa ad uscire da una foresta in Islanda? Basta alzarsi in piedi.”
- L’energia per il riscaldamento delle abitazioni deriva quasi esclusivamente dalla geotermia.
- L’Islanda si dice essere protetta da quattro grandi guardiani che sono conosciuti come i quattro landvættir: I landvættir simboleggiano anche i quattro punti cardinali: il drago (Dreki) a est, il grifone (Gammur) a nord, il toro (Griðungur) a ovest e il gigante (Bergrisi) al Sud. I landvættir sono raffigurati sullo stemma islandese e sulle monete.
- A Reykjavik si trova Il Museo Fallologico Islandese, probabilmente l’unico museo del pene al mondo che raccoglie una collezione di campioni fallologici (circa 300 peni) appartenenti a tutte le varie specie di mammiferi presenti in un singolo paese. (Se vuoi dare il tuo contributo puoi donare il tuo pene qui).
- In Islanda non ci sono le zanzare, il clima non è abbastanza umido e non trovano un buon posto per depositare le uova.
- I cavalli islandesi sono molto più piccoli e tozzi dei cavalli che siamo abituati a vedere, hanno le orecchie piccoline e un pelo bello ispido.
Dal 1909 vige l’assoluto divieto di importare cavalli, anche se di razza islandese. - L’Islanda pare essere il paese più pacifico al mondo tanto che la polizia Islandese non ha nemmeno in dotazione una pistola ma solamente uno sfollagente ed uno spray al peperoncino. Il tasso di omicidi e criminalità è tra i più bassi al mondo.
- Secondo alcune statistiche gli islandesi leggono più libri pro capite di qualsiasi altro paese e pare che almeno uno su 10 abbia scritto un libro.
- L’Islanda è stato il primo paese al mondo ad eleggere un primo ministro dichiaratamente gay.
-