Ottantasette chilometri separano Rabat da Casablanca.
Eravamo rimasti che le cose cambiano troppo in fretta. Ed in 87 km quante ne sono cambiate.
Il paesaggio di Rabat cambia verso Sud percorrendo la A1 e poi la A3 in direzione di Casablanca. La sosta nella città più grande del Marocco ci porta nel caos totale. Non dotata di patrimonio artistico o culturale alla pari delle altre città viste marocchine, è una semplice metropoli moderna in cui sorgono grandi palazzi di architettura moderna.
A staccare da tutto questo, vi è la Moschea di Hassan II, la terza moschea più grande al mondo (dopo la Masjid al-Haram della Mecca e la Moschea del Profeta di Medina) ha il minareto più alto del mondo che compie anche le funzioni di faro per il porto.
Il caos della capitale economica del Marocco, ci spinge a lasciare la città dopo mezza giornata in direzione di El Jadida.
Dopo altri centodieci chilometri arriviamo nella città marocchina che affaccia sull’Oceano Atlantico. Ci accorgiamo subito di quanto sia in espansione El Jadida dall’esterno. Una serie infinita di negozi di souvenir e di cibo, uno dietro l’altro ed entrambi di qualità scarsissima. Marciapiedi affollati che ci ricordano il lungomare di Rimini ci fanno correre ai ripari verso la Medina.
Qui si scorge subito un altro cambio: veniamo riproiettati nella tranquillità quasi sacra del Marocco.
El Jadida, precedentemente nota come Mazagan (in portoghese Mazagão), fu conquistata nel 1502 dai portoghesi, che la tennero fino al 1769, anno in cui venne riconquistata da sultano Muhammad III.
La medina occupa l’antico presidio portoghese. Un presidio a forma di stella, caratterizzato dalla forza e dall’eleganza naturale delle opere difensive costruite nel Rinascimento. Le mura di questa cittadella, sebbene erose dai secoli, sono sempre in piedi, così come tutte le porte monumentali. La pittura delle abitazioni risulta scrostata in diverse parti e ciuffi di erbacce hanno invaso il cammino di ronda. Ma gli inconvenienti “cosmetici” conferiscono un fascino fuori dal tempo a questa cittadina.
A stupirci inoltre, all’interno della Medina, è una porta nascosta in una stradina dove si accede al segreto di questa longevità: la sorgente d’acqua dolce. Si tratta di una cisterna dissimulata, scavata nel 1514 nella muraglia, per raccogliere e conservare l’acqua dolce. L’ambiente, anticamente una sala d’armi, assomiglia a una chiesa, con il suo soffitto a volte, le sue pietre fredde e umide, l’eco mille volte ripetuto di gocce che piovono attraverso l’apertura luminosa sulla vasca gigantesca del suolo – specchio liquido del cielo.
Per due secoli e mezzo la città è sopravvissuta grazie a questa cisterna e alla sua cittadella inespugnabile.
GALLERY
RIASSUNTO DEL GIORNO
Spesa: € 38 per persona (€ 22 Affitto macchina, € 6 Pranzo, € 10 Riad)
Mezzi di trasporto: Auto, Piedi
Città visitate: Casablanca, El Jadida
Temperatura: 35 gradi (Casablanca)