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Islanda On The Road: giorno sette/otto – I fiordi orientali ed il sud-est Percorre la Ring Road lungo i fiordi orientali è quello ci si aspetta dall’Islanda

di Alessandro
Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo i tre giorni di sole, lasciare l’Islanda del nord è stato faticoso.
La direzione questa volta è l’Austurland (la regione dell’est islandese).

Da Husavik sono circa 270 km e per la prima volta la Ring Road abbandona la costa e ci addentriamo per un buon tratto nella zona degli altopiani islandesi.

Il percorso tra le montagne è gradevole da poterci rilassare alla guida e fermarci per una sosta a pranzo a Rjukandafoss, una cascata lungo la 1, facile da raggiungere dopo essersi fermati ad una piazzola ed aver percorso 5 minuti a piedi. Non è una delle più spettacolari in Islanda, ma la semplicità di posizione e l’altezza (visibile dalla strada) meritano una sosta.

Una volta ripartiti in direzione di Egilsstaðir (una città sulle sponde del fiume Lagarfljót) il meteo inizia a fare bizzeffe, ma come dice un proverbio islandese “Se non ti piace il tempo islandese adesso, aspetta cinque minuti: probabilmente peggiorerà.”
Sono bastati meno minuti. Molti meno.

I passaggi che salgono e scendono verso i fiordi orientali (sempre sulla 1) ci hanno inondato di pioggia e vento su altopiani in cui la strada (per lavori in corso) aveva solo ghiaia di fondo e crepacci in cui non si vedeva il fondo (scordatevi di vedere garda rail in Islanda).
Superato questo tratto, nella discesa, i fiordi orientali con poca visibilità ci si sono parati davanti.

All’arrivo a Fáskrúðsfjörður, nostra meta per la notte, il tempo non era ancora migliorato.
La cittadina (paesino?! Villaggio?!) ha una popolazione di 611 abitanti ed è un piccolo gioiellino incastonato nel fiordo omonimo e si trova tra Reyðarfjörður e Stöðvarfjörður. È uno degli insediamenti più orientali dell’Islanda.

Nel 19° secolo era una base per francese marinai che pescano nella zona dei fiordi. Là avevano il loro ospedale (trasformato in hotel molto particolare, dove abbiamo alloggiato), cappella e cimitero dove sono sepolti 49 marinai francesi e belgi.

La mattina seguente, con le tende ancor chiuse, abbiamo sperato in una giornata “almeno” nuvolosa.
Ma l’Islanda sa sorprenderti sempre: già dalle 10 il sole splendeva forte e non c’era traccia di una nuvola in cielo.
Ripartiti da Fáskrúðsfjörður con tantissima energia, abbiamo ripreso la Ring Road lungo tutti i fiordi orientali.

Beh, se c’è un posto che va visto, anzi, dove va guidata una macchina in una giornata di sole, è proprio questo.

A livello di posti da vedere, in verità non c’è nulla che possa competere per fama con quanto visto in precedenza, ma vi assicuro che i paesaggi visti in questa giornata sono stati comunque mozzafiato e ne è davvero valsa la pena.

La 1 costeggia tutti i fiordi con da un lato il mare e dall’altro enormi montagne e lo spettacolo che ti si para davanti gli occhi è un qualcosa da imprimere nella memoria: i colori “attraversati”, dal blu delle acque, all’ocra/nero/verde dei monti.
Il tragitto di circa 240 km è stato costellato di soste per goderci appieno ogni angolo e panorama che poteva stuzzicarci.

Abbiamo fatto soste a Stöðvarfjörður (un minuscolo villaggio con meno di 200 abitanti), ci siamo fermati all’apice di un fiordo per bagnarci i piedi nel mare e abbiamo sostato a pranzo a Djúpivogur.
Altro minuscolo paesino di pescatori (circa 470 abitanti) merita una sosta: Djúpivogur è il porto più antico dei Fiordi Orientali, fu costruito nel XVI secolo, quando i mercanti tedeschi lo usavano per i loro commerci.

Un tunnel di circa un paio di chilometri spezza i fiordi orientali con il sud est islandese. All’uscita il mondo sembra essere un’altro.

Il mare (sempre presente ovviamente) inizia a lasciar spazio ai nostri occhi al ghiacciaio che si intravede in lontananza.
Prima di arrivare al nostro hotel facciamo una sosta a Viking Cafè Guesthouse.

Un bar/hotel/ristorante/attrazione a circa 40 km da Höfn in cui pagando un biglietto di circa 12/13 euro si entra in una proprietà privata in cui è presente un’enorme spiaggia nera, possibilità di vedere delle foche e una ricostruzione di un villaggio vichingo (servita ad un qualche film).

Il panorama è davvero bello e qualche foca l’abbiamo vista, ma la cura del posto (soprattutto dell’immensa spiaggia nera) lascia davvero a desiderare. Rimandabile.

La nostra meta è Brunnholl, una guesthouse fattoria davvero bella e soprattutto e davanti alla maestosità del Vatnajökull, ma per la cena andiamo all’unico centro del sud-est islandese: Höfn.

Benché non sia più grande di molti altri paesini europei ha una posizione davvero splendida: in una bella giornata di sole come è stata, siamo scesi lungo la riva del mare e su una panchina tranquilla abbiamo ammirato il Vatnajökull e la sua confraternita di ghiacciai.
Come tante altre, questa cittadina basa la sua economia principalmente sulla pesca e sulla lavorazione del pesce, ed è famosa per gli humar (spesso tradotti come lobster, aragoste, ma tecnicamente sono scampi).

KM PERCORSI: 316
ORE DI VIAGGIO: 6

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