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Islanda On The Road: giorno nove – Il Vatnajökull ed il Parco Nazionale Il versante meridionale del Vatnajökull è uno dei principali motivi per venire in Islanda

di Alessandro
Tempo di lettura: 3 minuti

Iniziamo con un po’ di geografia e geologia.
Che cos’è il Vatnajökull (oltre che l’ennesimo nome impronunciabile islandese)?

Wikipedia definisce il Vatnajökull come “una cappa di ghiaccio”.
Situata nell’Islanda sudorientale, copre l’8% dell’intera isola con circa 8.100 km² ed è la più grande d’Europa per volume e la seconda per estensione.
In più è la quarta massa di ghiaccio al mondo dopo la calotta glaciale dell’Antartide, la calotta glaciale della Groenlandia ed il Campo de Hielo Sur in Patagonia.
Sotto di essa sono situati vulcani attivi le cui eruzioni ciclicamente sciolgono i ghiacci creando inondazioni glaciali che coprono la pianura sottostante e si riversano in mare.
L’attività di vulcani sotto il ghiacciaio dà anche vita a un lungo sistema di suggestive caverne di ghiaccio, alcune delle quali sono accessibili con strumenti adeguati a turisti appassionati.
Il Vatnajökull scende dalle alture formando molte lingue come lo Skaftafelljökull, lo Skeidararjökull, l’Öræfajökull, il Breiðamerkurjökull che giungendo al mare presso Breiðamerkursandur forma la laguna glaciale di Jökursárlón.
Praticamente stiamo parlando di uno dei fenomeni naturali più grandi al mondo.

Dove siamo noi, la zona sud, è caratterizzato da alte dorsali montuose (tra cui il vulcano Oraefajokull e la vetta più alta di Islanda, il monte Hvannadalshnukur), con i ghiacciai che scavalcandole giungono giù fin sulla pianura e poi al mare con sabbie per lo più composte da cenere frutto delle frequenti eruzioni del Grimsvotn e portate a valle dal fenomeno delle inondazioni glaciali.

Il percorso verso il successivo hotel è abbastanza breve per questa tratta, circa 150 chilometri, ma abbiamo davvero molte cose da vedere lungo il percorso.

Cose che vedremo davvero poco.
Aperta la finestra della stanza, una fittissima nebbia non ci fa vedere ad un metro.
Andiamo a fare colazione sperando di trovare il classico cambiamento repentino islandese, ma non accenna ad aprirsi.
Partiamo comunque, abbiamo circa 55 km verso Jökulsárlón: il lago ghiacciato.
La strada è sempre la 1 e costeggia le varie lingue che scendono dallo Vatnajökull, ma essendo onesti, non si vede proprio nulla.
Troviamo un punto più alto lungo la strada in cui si ammira la parte più bassa del ghiacciaio e lo spettacolo è davvero maestoso.
Personalmente le montagne di questa grandezza mi incutono timore, pensare a questa enorme cappa di ghiaccio davanti i miei occhi, me ne incute di più.

Dopo pochi chilometri sulla destra, fra la nebbia sbuca all’improvviso un enorme iceberg. Siamo arrivati.

Il parcheggio è praticamente strapieno, troviamo posto e ci incamminiamo verso il lago.
La laguna si forma naturalmente dall’acqua che si scioglie dal ghiacciaio e cresce di continuo, mentre grandi blocchi di ghiaccio si staccano dal ghiacciaio stesso che continua a ritirarsi; la Jökulsárlón che aumenta di dimensioni e il ritiro del ghiacciaio mostrano in maniera visibile gli effetti del riscaldamento globale.

Gli iceberg che si staccano dal ghiacciaio e finiscono nella laguna lentamente si sciolgono e vanno alla deriva nell’oceano; qui vengono levigati dalle onde del Nord Atlantico prima di essere riportati a riva sulla nerissima spiaggia Breidamerkursandur.
Questa distesa di sabbia nera è quindi sempre invasa da traslucide sculture di ghiaccio compatto che scintillano al sole come se fossero diamanti. Per questo Breidamerkursandur è soprannominata la Spiaggia dei Diamanti.

Inutile parlare dei colori riflessi sugli iceberg, delle acque azzurrissime anche in una giornata nebbiosa come quella di oggi.
Qualsiasi viaggio in Islanda deve assolutamente prevedere una tappa qui.

(P.S. Una infinità di film sono stati girati da queste parti: Tomb Raider e i film di James Bond La morte può attendere e 007 – Bersaglio mobile sono stati girati nei pressi della laguna glaciale, mentre Batman Begins e Interstellar sono stati filmati vicino al ghiacciaio Svínafellsjökull, all’interno del parco nazionale del Vatnajökull.)

Dopo un rifocillante hot dog, ripartiamo verso un’altro posto molto vicino: Svartifoss, una delle cascate più belle d’Islanda.
Come in quasi tutte le “attrazioni” islandesi, c’è sempre un parcheggio vicino e poi con una camminata ci si arriva. Svartifoss in realtà ha un po’ tutto: parcheggio (a pagamento, il primo mai visto in tutto il paese), centro informazioni, caffetteria e campeggio.
Si trova sotto il ghiacciaio e con una passeggiata di circa 2 chilometri a piedi all’interno del Parco nazionale Skaftafell, si trova prima un’altra cascata (Hundafoss) e poi Svartifoss.

Svartifoss (la “cascata nera”) deve il suo nome allo spettacolare arco di eleganti colonne basaltiche dal quale si getta.
Il nero della roccia vulcanica, accanto al bianco della spuma e al verde lussureggiante del bosco crea contrasti cromatici veramente sorprendenti.

La giornata odierna è stata una sorpresa dietro l’altra.
La natura selvaggia islandese del sud e del sud-est dominata dal ghiacciaio del Vatnajökull e dal suo Parco Nazionale (il più grande d’Europa con 12.000 km quadrati) riesce ad offrire come pochissime regioni al mondo una tale varietà di ghiacciai, lingue glaciali, energia geotermale e frequente attività vulcanica subglaciale accoppiate ad inondazioni stagionali.

KM PERCORSI: 150
ORE DI VIAGGIO: 4

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