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Islanda On The Road: giorno dieci/undici – Il Katla, Skògafoss e i geyser Nella strada verso Reykjavik altre due meraviglie naturali imperdibili

di Alessandro
Tempo di lettura: 3 minuti

Mancano pochi giorni alla fine di questo On The Road in Islanda seguendo la 1.

Il pezzo di strada che costeggia il Vatnajökull rimane una delle mie preferite in assoluto, ma proseguendo verso ovest ci stacchiamo da questo maestoso ghiacciaio e ne troviamo altri più piccoli ma con fenomeni vulcanici subglaciali anche più recenti.

La prima sosta la facciamo nel piccolissimo paesino di Vìk (circa 320 abitanti). Da qui partono diversi tour organizzati per andare sul Katla: i più appassionati di serie tv troveranno questi ultimi due nomi comuni.
Nel 2021 Netflix ha rilasciato 8 episodi di questa serie tv islandese (Katla, appunto) che si svolge proprio a Vìk e riguarda l’eruzione del vulcano.

Il Katla è localizzato nel sud del paese al di sotto del ghiacciaio Mýrdalsjökull, la sua ultima eruzione avvenne nel 1918. La sua caldera ha il diametro di circa 10 km ed erutta con una cadenza variabile tra i 13 e gli 80 anni, l’eventuale nuovo fenomeno è perciò piuttosto in ritardo e il cratere risulta costantemente monitorato. Il Katla fa parte di un sistema vulcanico più vasto (uno dei più complessi e poderosi al mondo), centrato sul vulcano Grímsvötn e che include inoltre il vulcano Laki e la fossa vulcanica di Eldgjá.

Passando con la macchina siamo quindi, come succede molto spesso in Islanda, davanti un fenomeno della natura unico e maestoso.
Ma un’altro ci aspettava dietro l’angolo: Skógafoss.
L’arrivo alla cascata si vede direttamente sulla 1 e si nota subito la sua bellezza, ma non la sua imponenza.

È larga 25 metri e cade per 60 metri. A destra del salto si inerpica una scalinata di circa 700 gradini che porta al culmine della cascata e a pochi passi dall’inizio del salto.
Secondo una leggenda, il primo vichingo ad essersi stabilito nella zona, Þrasi Þórólfsson, nascose un tesoro, un forziere ricolmo di monete d’oro, nella caverna dietro la cascata. Quando il sole colpisce coi suoi raggi l’acqua, c’è chi dice abbia visto il riflesso dorato delle monete. In molti hanno cercato il tesoro, un ragazzo ebbe successo, trovò il forziere e, attaccando una corda ad uno degli anelli laterali, iniziò a tirare, ma l’anello si ruppe e il forziere affondò. L’anello d’argento con incisioni runiche fu in seguito usato come maniglia del portale della chiesa di Skógar e può essere oggi ammirato al museo. Alla grandiosa Skógafoss, depositaria del segreto di Þrasi, è attribuito anche un potere magico: si dice che chiunque si bagni nelle sue acque possa ritrovare un oggetto perduto e a lungo cercato.

Lasciata questa meraviglia unica, ci dirigiamo verso il bagno termale più antico d’Islanda, Seljavallalaug.
La piscina, lunga 25 metri e larga 10, fu la più grande dell’Islanda fino al 1936, incastonata nei monti ai piedi del ghiacciaio Eyjafjallajokull da un parcheggio (gratuito) ci vogliono circa 10/15 minuti di camminata.

Siamo ormai arrivati all’ultimo giorno VERO di viaggio.
Abbiamo passato la notte vicino Hvolsvöllur e siamo sempre sulla 1.
La direzione questa volta è bene definita: Reykjavík.
Prima di tornare nella capitale islandese, ci manca l’ultima “meraviglia” di questa terra bellissima, i geyser.
Per vederne uno ancora attivo ci dirigiamo verso l’omonima città (Geysir, appunto) scostandoci dalla 1 e entrando per qualche decina di chilometri nell’entroterra islandese. Ci accorgiamo di essere molto vicini, quando frotte di pullman turistici ci passano accanto.
Arrivati al parcheggio, mi rendo conto che è Il posto in cui ho visto più persone da quando siamo partiti: Geysir è la seconda attrazione del Circolo d’Oro, si trova a circa 105 km da Reykjavik.
L’area geotermale (anch’essa gratuita) presenta “l’originale” Geysir (poco attivo ed imprevedibile nelle eruzioni) ed il minore Strokkur: questo geyser lancia un getto di 18 – 20 metri ogni quattro – cinque minuti. Strokkur erutta più spesso ed in modo naturale.
Il terreno che lo ospita è una collina ricoperta di riolite di colore giallo – bruno e di geyserite opalina grigio – bianca, d’origine idrotermale.
Strokkur è sicuramente il più famoso geyser d’Islanda del mondo.

Viste 2/3 eruzioni di Strokkur ci siamo allontanati verso Reykjavík; i giorni passati ci hanno immerso in paesini di 300 abitanti e con pochi turisti, vederne così tanti insieme, ci ha un po’ scombussolati.
Nella strada verso la capitale c’è il Parco Nazionale di Thingvellir dove vale la pena fermarsi.

L’arrivo a Reykjavík è appena dopo pranzo.
Prendiamo la stanza ed iniziamo ad esplorare la città.

KM PERCORSI: 210
ORE DI VIAGGIO: 4

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