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Islanda On The Road: giorno uno – Da Reykjavik a Stykkishólmur I primi 300 km nella selvaggia Islanda

di Alessandro

Iniziamo dicendo che il volo per raggiungere la capitale islandese non è stato dei più “diretti”.
Devo anche ammettere che ne ho fatti di più “complessi”: qualche anno fa per arrivare ad Hanoi (qui il link) presi 5 voli con scali lunghissimi (ci misi circa 48 ore da Roma).

Comunque…torniamo a noi.
Partenza con volo Lufthansa da Fiumicino direzione Monaco. 8 ore di scalo.
La più grande preoccupazione era quella di viaggiare con un pandemia che interessa ancora gran parte dell’Europa. Le persone a Fiumicino e Monaco erano davvero molte, ma tutte le procedure di imbarco e volo si sono svolte (a grandi linee) in maniera tranquilla ed in sicurezza.

Lo scalo di Monaco non ha portato niente di che.
Per questioni legate al COVID, l’uscita e l’ingresso all’interno del Terminal era fortemente sconsigliata, per questo pazientemente abbiamo aspettato il nuovo imbarco.

Dopo 4 ore di volo siamo atterrati a Reykjavik a notte fonda, tempo di prendere la macchina (una comodissima – per due – Suzuki Jimny) e ci siamo diretti in albergo alle 3 di notte (dopo un ora avrebbe iniziato ad albeggiare).

DA REYKJAVIK A MALARRIF

La mattina islandese ha la pioggia addosso.
Appena svegli con una temperatura esterna di circa 12 gradi (ma grazie all’umidità del 98%, percepita, di circa 4 gradi) ed una incessante pioggerellina si parte verso la prima destinazione: la riserva naturale di SnæfellsnesSnæfellsjökull, un vulcano non attivo (c’è da fidarsi?!) diventato un ghiacciaio.

La percorrenza della strada 1 (la Ringroad, l’unica strada “asfaltata” d’Islanda che la percorre per tutto il perimetro) è piacevole: appena usciti da Reykjavik la natura inizia a prendere prepotentemente il sopravvento portando a pochissime fattorie sparse ed innumerevoli cavalli e pecore godersi il mondo circostante.

Molto suggestivo il passaggio attraverso il tunnel sotto al mare di circa 6 km di Hvalfjördur (il primo fiordo islandese a nord della capitale islandese).

Dopo Borgarnes (più a nord di Reykjavik) imbocchiamo la Snæfellsnesvegur (54), una strada che segue la costa della penisola di Snæfellsnes in Islanda, che ci stacca dalla 1 ed il paesaggio inizia a cambiare in maniera repentina.
Colate e lapilli lavici invadono il paesaggio e lo scenario si “scurisce” anche se le rocce vulcaniche presenti sul terreno, data la stagione, sono coperte di muschi che creano una cromaticità bellissima. Il viaggio è ancora lungo, ma ne approfittiamo per fermarci in diversi punti (segnalati a dovere) scenici o storici di una bellezza davvero disarmante (nella gallery in fondo all’articolo potete trovare alcune foto).

L’arrivo a Malarrif, per poter proseguire verso il ghiacciaio ci riserva una brutta sorpresa. Le nubi addensate sul vulcano sono  tantissime e molto basse, ciò non ci permette di avvicinarci ulteriormente per poterlo ammirare da vicino.

Non ci resta che rilassarci qualche minuti vicino al faro di Malarrif per poi tornare indietro e riprendere la strada verso il nostro hotel a Stykkisholmur.

KM PERCORSI: 303
ORE DI VIAGGIO: 5

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