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Il Cammino | Perché? La domanda che continuano a farmi

di Alessandro
Tempo di lettura: 2 minuti

Mancano circa due settimane per la partenza del Cammino Portoghese e la domanda che in molti continuano a farmi è la stessa: “Ma non l’hai già fatto? Basta una volta, chi te lo fa fare…”
Oltre a spiegare che i percorsi verso Santiago de Compostela sono differenti, cerco sempre di far capire all’interlocutore cosa porta mettersi lo zaino sulle spalle ed iniziare a camminare.
Sta tutto qua. È sempre stato questo.
Ma da millenni.

La mobilità dell’essere umano è intrinseca a lui. Oggi avere tutti i comfort possibili ci ha viziato e bloccato. Ma è contro natura.
Il corpo, questa macchina fatta dalla natura per muoversi, soffre e si arrugginisce, gli snodi delle braccia, quelli delle gambe, e arrugginisce soprattutto la tranquillità.
Mettendolo sotto sforzo, il corpo rilascia energie buone, preserva dalle malattie, ti dà una calma e serenità maggiori.

Tornando alla domanda iniziale, ti sei mai chiesto perché una persona sana di mente dovrebbe mettersi a camminare per centinaia di chilometri lontano da casa, con un pesante zaino sulle spalle, dormendo in ostelli o posti di fortuna? Beh…la risposta è molto semplice, ma non ce ne è una sola.

Il cammino non è assolutamente pericoloso. Anzi il contrario sul cammino si vanno a creare una serie di dinamiche tra i pellegrini, dinamiche di sostegno, di aiuto, quindi c’è sempre qualcuno in caso di bisogno e anzi forse la cosa più bella del cammino sono proprio le amicizie ed i legami che si creano durante lo svolgimento del cammino stesso.

Le persone che si possono trovare sul cammino sono le più disparate. Si trovano i ragazzini davvero giovani ed i pensionati. Gente di tutte le età e da tutto il mondo. Masticare un po’ di inglese vi consentirà di dialogare e di conoscere tante persone che come voi stanno percorrendo il cammino. Vi permetterà di comunicare con loro, conoscere le loro storie, le loro motivazioni… I motivi che portano queste persone sul cammino sono i più disparati; ognuno ha la sua motivazione personale.  C’è chi ha perso il lavoro e vuole fare chiarezza nella sua testa, c’è chi ha perso il marito, la moglie e quindi non sanno da che parte cominciare. C’è chi ha lo spirito dell’avventura e vuole cimentarsi in un viaggio, non in una vacanza. Il motivo fondamentale e più profondo è che sono alla ricerca. I pellegrini sono alla ricerca di qualcosa. Quel qualcosa molto spesso è se stessi.

Il cammino non è una camminata ma la condivisione di un pezzo di strada con le altre persone. La condivisione dei panorami, dei momenti speciali e anche della fatica.

Imparerai a bastare a te stesso, aiutando gli altri ma accogliendo anche il loro aiuto, ti metterai alla prova ogni giorno sia fisicamente che mentalmente. Imparerai a fare a meno del superfluo e a rallentare i tuoi ritmi, prendendo così una pausa dal tuo stile di vita di tutti i giorni. Scoprirai la tua determinazione, la tua apertura mentale, il tuo spirito di adattamento e quello di avventura.

Credi davvero che al ritorno sarai la stessa persona che è partita?

Fonti e ispirazione: Mauro Corona

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